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LA CONFERENZA DEGLI UCCELLI

SPETTACOLO

LA CONFERENZA DEGLI UCCELLI

Racconto teatrale tratto dal Poema di Farid Ad-Din Attar affrontato da quindici allievi del Laboratorio FerMENTInScena 2022.

DATA

mercoledì 7 dicembre 2022

ORARIO

17:30
19:00
-

TIPO DI EVENTO

SPETTACOLO

ORGANIZZATO DA

FerMENTInScena

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GRATUITO

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N/A

Frutto del Laboratorio Residenziale Artistico Creativo FerMENTInScena 2022, realizzato in agosto a Montalcino, La conferenza degli uccelli, è la dimostrazione di lavoro di un intenso percorso formativo e creativo, affrontato da quindici allievi, provenienti da tutta Italia, che in quindici giorni di residenza hanno compiuto un’esperienza didattica che li ha portati ad esplorare le tecniche del mimo e del gesto espressivo, grazie agli insegnamenti dell’esperta docente Elena Serra, le tecniche nell’uso della maschera e elementi di commedia dell’arte, con la regista Luana Gramegna, e la concreta costruzione delle proprie maschere, sotto la guida dello scenografo Francesco Givone. Maschere realizzate in cuoi e poi utilizzate nella performance conclusiva, dopo un lavoro di riscrittura drammaturgica da un testo classico della letteratura sufi del tredicesimo secolo, “Il linguaggio degli uccelli” di Farid Ad-Din Attar, sotto la guida del regista e drammaturgo Manfredi Rutelli e dell’attrice e regista Enrica Zampetti. 


Una favola, i cui protagonisti sono un gruppo di uccelli della mitologia iranica quali l’upupa, il pappagallo, il falco, il pavone, persino un’anatra, l’usignolo e tanti altri, che, riuniti in convegno, decidono di spiccare il volo alla volta del monte Qaf, un posto agli estremi limiti del mondo conosciuto, dove vive il loro Re, il Simorgh, per raggiungere il quale dovranno attraversare, tra molti pericoli, 7 valli che rappresentano altrettante tappe di un vero e proprio viaggio iniziatico pieno di simboli universali dalle plurime interpretazioni, per giungere, infine, alla consapevolezza che il Tutto è Uno e che l’Uno è il Tutto. Un testo pre-testo che ben si presta alla messa in pratica delle discipline affrontate; l’essenzialità del gesto, il ritmo espressivo dei corpi, l’uso delle maschere utilizzate per dar vita agli uccelli, il linguaggio universale del gramelot e dei dialetti, tipici della commedia dell’arte. 


Tutto ha contribuito alla realizzazione della performance che oggi, in questa prestigiosa occasione, vogliamo offrire agli spettatori, per mostrare, non il risultato di un lavoro, ma un’evoluzione, uno sviluppo della nostra continua ricerca laboratoriale creativa, che anche di questa occasione si nutrirà per migliorare, per evolversi, per trovare, ma anche proporre, nuovi stimoli, nuove riflessioni, nuove esplorazioni. Esplorazioni verso un corpo dell’attore totalmente coinvolto nella creazione artistica; arte non solo comunicativa, ma soprattutto espressiva. Quel corpo unico e intero che nello spazio dello spettacolo diventa, attraverso una “danza non necessariamente visibile in quanto tale”, un insieme di forze in relazione, in rapporto di tensione reciproca: spazio e scene e corpi e voci e suoni e accessori, attori e spettatori. Un organismo vivente. Perché, come il monte Qaf per gli uccelli protagonisti di questo fantasmagorico viaggio, anche per gli attori, la performance, segna il limite tra due mondi, il visibile e l’invisibile, che in essa si toccano e si ricongiungono per fare, ermeticamente parlando, il miracolo della cosa una.

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